La Cisterna – Giornata del Ricordo

Abbiamo inserito “La Cisterna” nella categoria del teatro narrativo per la tematica trattata, ma in realtà, è un vero e proprio spettacolo teatrale in occasione della Giornata del Ricordo.

Storia istriana di Bruno Carra, vincitore del Premio Letterario “Tanzella”, vuole raccogliere e conservare, anziché l’acqua, qualcosa che con l’acqua e il suo scorrere ha molto a che fare: la memoria. La memoria della storia dell’Istria e degli istriani, un esodo di 350 mila italiani che lasciano la loro casa, la loro terra, i loro cimiteri, tutto! Dispersi come schegge di una granata, ma con nel cuore sempre vivo il ricordo del loro paese perduto e del loro mare.

Fatti che i libri di storia hanno taciuto per cinquat’anni. La storia si concentra sul vissuto di una famiglia, quella dell’autore, dall’inizio del fascismo, alla guerra, fino al tragico esodo.

Spettacolo intenso che fa trasparire come gli eventi storici si siano barbaramente intrusi nella vita della gente semplice che abitava le terre dell’Istria, devastandone la quotidianità.

Emozioni forti che vogliono arrivare al cuore di ogni spettatore, perché ciò che ha vissuto questo popolo non sia dimenticato.

Lo spettacolo prevede, salute permettendo, la presenza del Signor Bruno Carra Nascimbeni, autore del testo, esule istriano.

La nostra polenta quotidiana

Reading tratto dall’omonima opera di Dino Coltro

Quelle che raccontiamo noi anziani sono storie vere, tutte cose che abbiamo fatto, anche se non interessano a nessuno. Queta è la nostra vita, sempre uguale con le stesse tribulazioni, in casa e sul lavoro, in letto con l’uomo che il destino ti faceva incontrare, portando al collo i figli che Dio mandava…”

La magia che Dino Coltro crea con le sue parole, conservando il carattere della narrazione orale, è emozionante: sembra di essere accanto al focolare, su una sedia impagliata, ad ascoltare la vecchia nonna.

Le storie de La nostra polenta quotidiana” entrano nei cuori, a volte con una infinita tenerezza che strappa un sorriso d’affetto, come se la narratrice fosse a noi vicina e potessimo farle una carezza; in altri frangenti, invece, le parole fanno male, arrivano schiette e, come lame taglienti, aprono ferite. Ferite che ci portano alla durissima condizione della donna nel mondo contadino: costretta a servire in casa, per far quadrare il magro bilancio e sfamare la numerosa famiglia e nei campi, come l’uomo, sfruttata dai proprietari terrieri.

Nei racconti si ritrovano tutti i tratti dell’immenso sapere delle contadine: conoscenze legate alla natura, al ciclo calendariale, alla cura con le erbe officinali, insieme al mondo magico disseminato di strie e fenomeni spaventosi e inspiegabili.

Un tributo che abbiamo voluto fare alle donne, alla loro forza e al loro sapere, a tutto quello che hanno subito, alle loro storie che rischiano di essere dimenticate.

Robin Hood

Cosa potrà mai succedere a tre sgangherati personaggi che, cercando la stazione, hanno perso l’orientamento ed entrano per caso in un teatro?

Disperati per aver ormai perso il treno, non si rendono conto che una trappola ben peggiore sta per incastrarli: un egocentrico regista fa dei provini per allestire lo spettacolo “Robin Hood”.

Senza via di scampo, e con la prospettiva di poter poi tornare a casa, i tre sfortunati ce la metteranno tutta per dar vita alla storia, sfoderando idee impensabili, coinvolgendo il pubblico, ripescando i talenti più nascosti e dimenticati.

Un pezzo alla volta, come fosse un puzzle!

Scopriranno così il senso del gioco di squadra, la soddisfazione di portare avanti un obiettivo comune; comprenderanno che le difficoltà possono essere superate e le insicurezze dimenticate, perché “Tutti insieme, più forza abbiam!”.

Spettacolo esilarante, con un format che lo rende unico nel suo genere e che sa mescolare momenti di teatro nel teatro con momenti di teatro d’attore di alto livello, musica dal vivo e scene recitate in lingua inglese. Da non perdere!

Aladino e la lampada magica

Chi non vorrebbe avere un genio per amico? Un appoggio nelle situazioni più difficili, un aiuto per essere sicuri di farcela, di essere sempre all’altezza. Al giorno d’oggi siamo messi tutti sotto pressione dalle aspettative che gli altri hanno su di noi: a scuola come nello sport, in famiglia come tra amici. Emerge così un’innata insicurezza, la paura di non riuscire, la voglia di apparire migliori di quello che crediamo di essere. Non ci resta che specchiarci nella storia del simpatico Aladino per capire che ognuno di noi ha dentro di sé la forza per superare qualsiasi difficoltà. Con i nostri pregi e i nostri difetti siamo tutti pietre preziose; le nostre qualità e le nostre caratteristiche ci rendono unici ed è proprio mostrandoci noi stessi, senza bugie né sotterfugi, che riusciremo a farci voler bene e a vivere serenamente.

Raperonzolo

Tutto il mondo della bella Raperonzolo è una piccola torre, un buffo amico immaginario e tanti sogni nel cuore: non frequenta nessun amico, non esce nemmeno per piccole commissioni, non ha mai visto il mare.

Ma, al contrario di quello che ci si può aspettare, la madre che la tiene rinchiusa non è perfida e senza cuore, ma iper protettiva, convinta che fuori dalla torre esistano solo pericoli e che, in nome dell’amore per la figlia, non si rende conto di rovinarle la vita.

Un giorno accade qualcosa che sconvolge l’equilibrio della fanciulla: conosce un principe e se ne innamora. Che fare?

Spettacolo magico e coivolgente che saprà trascinare grandi e piccini in una storia avvincente, carica di colpi di scena e risate, trasmettendo l’amore nelle sue diverse sfumature. Il nostro invito è quello di far cadere gli stereotipi di bellezza e felicità, affinché ognuno trovi la forza di seguire i propri sogni e sappia amare l’altro oltre le apparenze e le convenzioni.

Jack e il fagiolo magico

Un brillante e divertente momento di clownerie sarà l’apertura di questo spettacolo che racconta la conosciuta e amata storia di Jack, bambino semplice e dai grandi valori. Sulla strada che porta al mercato della città, il piccolo Jack, che deve vendere la sua amata vecchia mucca, si imbatterà in uno strano personaggio dai mille aspetti e si troverà ad accettare cinque fagioli in cambio della sua amica a quattro zampe. Cinque fagioli in cambio della mucca?! Eh, già… perché i fagioli sono… magici!!! E così comincia l’avventura! Enormi piante da scalare, un cattivissimo orco da derubare per un finale pieno di morale! Scopriremo insieme l’importanza del rispetto, dell’amore e della condivisione perché chi disprezza, insulta, sfrutta e tiene tutto per sé piano piano si guarderà allo specchio e scoprirà di essere niente di meno che un… Orco!

Peter pan

Capolavoro di James Matthew Barrie, Peter Pan rispecchia sicuramente quelli che sono i problemi delle generazioni di oggi: la fuga dalle responsabilità, l’insaziabilità di avventure, la superficialità nei rapporti. Si tratta di caratteristiche non solo maschili, come ci fa capire lo stesso autore quando, nella prima drammatizzazione del suo romanzo, fa interpretare il ruolo di Peter ad una donna. Ma Peter non è un eroe: il suo fuggire lo rende vulnerabile e insicuro, la sua spavalderia nasconde una profonda tristezza. Come in tutti i nostri lavori, l’insegnamento e la morale lasciano ampio spazio al divertimento con buffi personaggi, musiche e dialoghi con il pubblico che diventa parte attiva dello spettacolo. Così abbiamo voluto proporre, attraverso una fiaba ricca di risate e colpi di scena, lo spunto per un’importante riflessione: impariamo ad ascoltare i nostri “bimbi sperduti” e accompagnamoli per mano lungo quel meraviglioso percorso che è la vita. Crescere è sicuramente l’avventura più bella!

 

La Bottega del Caffè di Carlo Goldoni

Allegra commedia che si discosta dalle altre opere goldoniane per la tipologia dell’intreccio. Come dice lo stesso Goldoni nelle sue memorie, la sua intenzione non era di rappresentare una vicenda ben precisa, ma di dipingere una piazzetta di Venezia e la vita delle persone che gravitavano intorno ad essa. Ecco quindi che tutta la scena non è altro che uno scorcio di realtà portato in teatro: ad ogni personaggio corrisponde un preciso carattere nel quale ogni spettatore può riconoscersi o ritrovare qualche suo conoscente. Tutto si svolge intorno ad una bottega del caffè, luogo di ritrovo di avventori abituali e di passaggio. La proprietaria è il personaggio chiave che tiene in fila gli avvenimenti mantenendo saldo il buon senso laddove viene a mancare. Donna onesta si impegnerà a riparare l’infelice matrimonio  tra Eugenio e Vittoria: lui, posto ormai sulla cattiva strada, lei virtuosa e paziente, ma vicina alla disillusione. A questi si aggiunge Don Marzio, maldicente comico ed originale, che creerà malintesi ed incomprensioni. La commedia, chiaramente, ha lieto fine: tutto rientra nell’etica e nella morale comune, che vede trionfare il bene e punire il male. Don Marzio, che mai aveva messo in dubbiosa bontà le sue azioni, sarà accusato di calunnia, indiscrezione e spionaggio e costretto a lasciare Venezia, ma…

Un curioso accidente di Carlo Goldoni

“L’argomento di questa commedia non è che un fatto vero, verissimo, accaduto, non molto tempo fa, in una città di Olanda. Mi fu raccontato da persone degne di fede in Venezia al Caffè della Sultana, nella Piazza di S. Marco, e le persone medesime mi hanno eccitato a formarne una comica rappresentazione”. Così scrive Goldoni in una nota introduttiva (“L’autore a chi legge”) a “Un curioso accidente”, commedia scritta nel 1760 ed ambientata a L’Aja, in una nobile dimora olandese, intorno alla seconda metà del Settecento. Sotto il ben congegnato meccanismo scenico affiorano aspetti centrali dell’arte goldoniana: il gioco della seduzione, i diversi modi di intendere ed affrontare l’amore, l’eterno conflitto tra genitori e figli. Da una parte un padre che, troppo compiaciuto del successo sociale, non sa capire i sentimenti della figlia e, dall’altra, una figlia che non osando sfidare direttamente l’autorità paterna, nasconde il suo amore contrastato con un sotterfugio che innesterà tutta una serie di “curiosi” equivoci. Ne risulta una commedia che ha l’aspetto di un divertissement leggero con un intreccio piacevole, semplice e trasparente, privo di trame intricate e complesse: il cerchio tracciato racchiude la vita, senza nasconderla e senza spegnerla. E la vita è colma di tenerezze, di sogni, di malinconie, di piccole pazzie e di grandi tracotanze, di cuore e di ragione, di tirannia ed amore.

 

Le donne curiose di Carlo Goldoni

E’ con straordinario talento che Carlo Goldoni affronta, in questa divertente commedia scritta nel 1753,  il tema della curiosità, caratteristica che, da sempre, è stata attribuita all’universo femminile. Beatrice e Rosaura impazziscono dalla voglia di vedere cosa accade nel “Ridotto di Messer Pantalone”, luogo di ritrovo dei loro rispettivi compagni con gli amici. La prima è convinta che il marito giochi, la seconda teme che il futuro sposo frequenti altre donne. A queste si aggiunge la cameriera, Corallina, che, più curiosa di tutte, saprà ingegnarsi per riuscire a sottrarre le chiavi del “Ridotto” al suo padrone e mettere finalmente piede in questo luogo proibito. Un omaggio alle donne, ai loro dolci difetti e agli ingegnosi progetti che riescono sempre ad attuare; e un ringraziamento agli uomini che, ognuno a proprio modo, sanno comprenderle e accettarle come sono.